Donne e giovani i più fragili. Posti di lavoro e miglioramento delle condizioni di vita, tra i risultati dell’attività della principale realtà italiana attiva nell’inclusione finanziaria
Oltre 9.300 beneficiari e 968 posti di lavoro nati in 16 anni dal sostegno di PerMicro
Nel 2024 sono stati più di 1.000 i progetti sostenuti con quasi 12,4 milioni di euro concessi:
il 38% delle imprese finanziate risulta guidato da donne e il 37% da giovani sotto i 35 anni, confermando l’attenzione di PerMicro ai più fragili
Napoli, 23 ottobre 2025 – L’inclusione finanziaria può trasformare in profondità le condizioni economiche e sociali di individui e comunità. È quanto emerge dal nuovo studio d’impatto presentato oggi da PerMicro, la più grande società italiana che si occupa di inclusione finanziaria erogando credito a persone in condizioni di vulnerabilità, e realizzato da Triadi, spin off del Politecnico di Milano e dedicato all’innovazione e all’impatto sociale.
La Ricerca ha preso in esame gli effetti generati dall’attività di PerMicro nel periodo compreso tra il 2009 e il 2022, delineando un quadro in cui il credito accessibile si rivela leva concreta di emancipazione, stabilizzazione economica e coesione sociale, creando opportunità in particolare per donne, giovani sotto i 35 anni e cittadini migranti.
La presentazione dei risultati si è tenuta oggi a Napoli presso la sede di Fondazione Banco di Napoli.
Principali risultati della misurazione dell’impatto sociale generato da PerMicro nel Mezzogiorno negli anni 2009-2022
L’impatto sociale misurato dalla Ricerca per il periodo 2009-2022 mostra che nelle regioni del Sud e Isole sono quasi 9.300 i beneficiari del credito concesso da PerMicro, tra persone e microimprese, inizialmente escluse dai canali bancari tradizionali. In 14 anni PerMicro ha registrato una crescita nelle somme erogate, passando da 75mila euro nel 2009 a 7,5 milioni nel 2022. Sono 968 i posti di lavoro creati nel Mezzogiorno d’Italia grazie alle attività imprenditoriali nate con il sostegno di PerMicro, che hanno visto il coinvolgimento di donne, giovani sotto i 35 anni e cittadini stranieri.
Lo studio conferma il ruolo del microcredito quale strumento efficace per contrastare la precarietà: 448 imprenditori hanno migliorato la propria condizione lavorativa e 684 hanno registrato un aumento del reddito mensile.
I vantaggi si estendono anche al sistema pubblico: la crescita del reddito e dei consumi generata dalle attività supportate da PerMicro ha comportato un incremento delle entrate fiscali per lo Stato, stimato in quasi 33milioni di euro tra imposte sul reddito e gettito derivante dai consumi. Inoltre, la riduzione della dipendenza da sussidi ha generato un risparmio per le casse pubbliche pari a 4,5milioni di euro.
L’impatto dei progetti sostenuti negli anni 2023 e 2024, che per l’area del Mezzogiorno è in crescita sarà valutato, coerentemente con la metodologia sviluppata, a distanza di 24 mesi dall’erogazione; una scelta che consente di cogliere gli effetti consolidati delle azioni promosse.
Principali risultati del 2024 nel Mezzogiorno
Nel 2024 sono 1.071 i progetti sostenuti da PerMicro a favore di famiglie e piccoli imprenditori, con oltre 12,4 milioni di euro erogati, equamente ripartiti tra famiglie e piccoli imprenditori.
Si conferma, inoltre, l’attenzione verso i segmenti più fragili: nel 2024, il 38% delle imprese finanziate da PerMicro è guidato da donne e il 37% da giovani sotto i 35 anni.
Lo Scenario
Lo scenario italiano della microfinanza continua a mostrare segnali di criticità. Secondo l’elaborazione di Banca Etica sui dati Banca d’Italia relativi al 2022, circa il 3% delle famiglie – quasi 600mila nuclei, pari a 1,3 milioni di cittadini – non possiede alcuno strumento bancario. Su queste 600mila famiglie non bancarizzate, il 52% risiede al Sud Italia e un altro 20% nelle Isole.
Sebbene il dato mostri un miglioramento rispetto al 2020, con oltre 500mila famiglie che hanno acquisito un conto corrente o simile in due anni, la vulnerabilità resta concentrata nelle aree meridionali e tra i redditi più bassi. Il 77% delle famiglie escluse, infatti, ha un reddito annuo inferiore ai 17.000 euro.
In questo scenario, la microfinanza si conferma una leva strategica per colmare le disuguaglianze, promuovere la giustizia sociale e rafforzare il tessuto economico del Paese. Favorire l’accesso al credito significa restituire dignità e possibilità, trasformare l’esclusione in partecipazione e costruire un’economia più resiliente, inclusiva e orientata al bene comune.
Benigno Imbriano, Amministratore Delegato di PerMicro, ha dichiarato: “Il 72% delle famiglie italiane non bancarizzate risiede al Sud e nelle isole. Non può sorprenderci quindi che l’accesso al credito risulti fortemente sbilanciato: il 53% delle richieste di finanziamento proviene dal Nord, mentre solo il 28% da Sud e Isole.
PerMicro dal 2007 offre servizi finanziari a questa parte di popolazione e in particolare, dal 2014 con l’arrivo di Fondazione Banco di Napoli nella nostra compagine sociale, ha ampliato la propria presenza nelle principali province del Sud Italia e delle isole.”
Andrea Carriero, Consigliere Generale di Fondazione Banco di Napoli, ha dichiarato: “La Fondazione Banco Napoli, socia di PerMicro da undici anni, attiva un percorso avviato già da un anno ‘Amico Sud’, dove si interviene per sostenere i piani di inclusione a favore del Mezzogiorno, a dimostrazione della sua capacità di intermediare il bisogno dei soggetti in difficoltà, sia persone fisiche che imprese”.

