Fabio Loda_formicaio sostenibile

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Partita AttIVA: Fabio e il formicaio sostenibile

Le formiche, piccole lavoratrici instancabili che agiscono in squadra, con rigore, disciplina, determinazione per obiettivi concreti. Sono protagoniste di fiabe e leggende, spesso sono citate come modello di uno stile di vita sobrio e operativo. Sono proprio loro l’emblema dello studio dell’architetto Fabio Loda, “Ant architects”, uno studio che condivide con un socio.

Fabio infatti vuole progettare case accoglienti, funzionali, sostenibili, da tutti i punti di vista, sia in termini ambientali che economici. Case belle per tutti, a misura di budget ordinari. L’architettura è sempre stata la sua passione e non è un caso che il suo maestro per eccellenza è Le Corbusier, un artista geniale che ha lasciato un segno indelebile nella storia contemporanea, rivoluzionario nella sua concezione di urbanistica a misura d’uomo, oltre che nella scelta dei materiali.

Anche oggi, dopo anni di gavetta e di attività professionale, Fabio continua a fare riferimento a quel maestro che ha forgiato la sua identità professionale. Ne parla appena può e la sua ammirazione per quel genio così lungimirante e innovativo sono rimasti immutati, anzi sono cresciuti nel tempo, perché Fabio ha continuato a studiare le sue opere e i suoi scritti.

Sulla scia di questa passione, il giovanissimo Loda aveva ideato delle case in legno, modulari, facili da montare e da smontare, ma pronte ad accogliere in modo ospitale persone che dovevano vivere periodi transitori per emergenze o per altri motivi. Quelle case erano necessariamente provvisorie ma dovevano essere comunque case con la C maiuscola, con tutti i confort e in grado di creare un’atmosfera calda e accogliente.

Fabio non ha mai abbandonato quell’idea e non ha mai smesso di credere in quel progetto per cui non è mai riuscito a trovare un partner industriale ma quando legge dell’opportunità di Partita AttIVA recupera tutte le carte e lo propone alla Fondazione Welfare Ambrosiano.

“L’incontro con i mentor della Fondazione è stato illuminante – afferma Fabio – mi ha fatto pensare in modo diverso alle opportunità e alle potenzialità delle mie case e mi ha portato a valutarne meglio tutte le implicazioni. Partendo dall’analisi di dati di mercato è emerso che questa mia soluzione abitativa potrebbe avere sbocchi diversi, al di là delle situazioni di emergenza, soprattutto all’estero. Potrebbero essere la scelta perfetta per ingegneri, operai e tecnici che lavoreranno per anni alla realizzazione di una diga o di qualche altra grande infrastruttura o per alcune località in cui si devono costruire nuovi villaggi per ospitare popolazioni disastrate. Queste case, così semplici e veloci da allestire, sono anche una risposta concreta alle nuove esigenze in termini di sostenibilità perché il materiale base è legno certificato, dunque perfettamente rispettoso dell’ambiente.”

Il progetto di Fabio è stato considerato valido e ha conquistato il finanziamento di PerMicro e dopo la pausa estiva l’architetto è tornato a lavorare con uno spirito e un approccio nuovo. Sta preparando un vero business plan e sta organizzando tutto il materiale necessario a una presentazione ufficiale della sua proposta: modellini, immagini, video, sito, insomma tutto quello che serve per far comprende a colpo d’occhio il valore e le potenzialità della sua idea coltivata negli anni.

C’è tanto lavoro da fare, ma se parlate con Fabio non c’è traccia di panico o di stanchezza. C’è solo un grande entusiasmo: questo progetto finalmente avrà le gambe giuste per procedere con un passo sicuro e spedito.

Chissà cosa ne penserebbe il suo maestro?