In un contesto europeo sempre più orientato alla sostenibilità ambientale, il paper Transition to sustainability: Next steps to support European SMEs’ journey, pubblicato da European Microfinance Network, offre un contributo rilevante alla comprensione del ruolo delle PMI (Piccole Medie Imprese), nel processo di adozione di pratiche sostenibili, delle sfide che devono affrontare in questo contesto e di alcune soluzioni pratiche che potrebbero assicurare una loro transizione verso la sostenibilità che favoriscano il loro sviluppo.
La pressione sulle grandi aziende e PMI affinché migliorino la loro sostenibilità ambientale è in costante crescita di pari passo alla proliferazione di testi normativi. È importante notare il ruolo cruciale che le microimprese hanno avuto nel 2023 rappresentando il 93.6% delle imprese mentre le piccole imprese rappresentavano solo il 5.4%. Nonostante le loro dimensioni ridotte, raffigurano la spina dorsale dell’economia dell’Ue e hanno il potenziale per accelerare (o ritardare) la corsa verso gli obiettivi di emissioni zero. In effetti, l’OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico) stima che le PMI sono responsabili del 40% delle emissioni di gas serra, metà dell’inquinamento industriale da un quinto a tre quarti dell’uso di energia e gas. L’Eurobarometro 2024 rivela che solo il 42% delle PMI rispondenti hanno implementato almeno cinque azioni ecosostenibili.
Sono diversi gli ostacoli che le PMI affrontano verso una maggiore sostenibilità. Il 58% riporta mancanza di competenze e conoscenze, ragione per cui non si impegnano nell’adozione di alternative sostenibili. Questo ha anche una ripercussione sulla raccolta di dati richiesta dal CSRD (Corporate Sustainability Reporting Directive): anche se le PMI sono escluse dall’applicazione di questa direttiva, sono indirettamente interessate attraverso il loro ruolo nella catena di valore e nella ricerca di finanziamento e, in entrambe situazioni, le aziende rendicontanti devono raccogliere i dati delle PMI per inserirle nelle proprie rendicontazioni. Questo effetto cascata ha creato una situazione in cui le PMI sono tenute a fornire informazioni riguardo l’impatto sociale e ambientale delle loro attività anche se non sono attrezzate né finanziariamente né tecnologicamente per misurare le proprie performance di sostenibilità. Il 55% delle 350 PMI che hanno partecipato al sondaggio 2024 Eurobarometer Survey sottolinea l’accesso al credito come un ostacolo sostanziale mentre il 70% afferma di aver bisogno di ulteriore supporto finanziario per accelerare la loro sostenibilità. Tuttavia, senza dati da condividere, le PMI non soddisfano i requisiti degli istituti finanziari e, quindi, il loro accesso ai finanziamenti esterni è più complesso.

È quindi necessario impostare una strategia per una transizione sostenibile che includa anche le PMI. Diverse iniziative sono state intraprese a livello europeo ma la maggior parte non si concentra sulle necessità specifiche delle PMI. Per assicurare la loro transizione verso un’economia ecosostenibile si ritiene che gli sforzi si concentrino su tre dimensioni: promozione di consapevolezza e conoscenza, semplificazione del quadro legislativo e sviluppo delle opportunità di finanziamento delle PMI. Si pensa a uno sportello unico che fornisca una guida completa in modo che possano implementare strategie ambientali su misura considerando il loro specifico settore favorendo la transizione ecologica in modo più efficiente, riducendo costi e risorse ad essa destinati. Tale approccio aiuterebbe le PMI a sentirsi meno isolate nel loro percorso verso la sostenibilità attraverso la condivisione di informazione essenziale.
In conclusione: singolarmente le PMI possono contribuire poco rispetto alle loro controparti di grande dimensione, ma collettivamente possono fare una grande differenza.

