“Nasce RITMI: la rete italiana di Microfinanza”

Bologna

Martedì 26 febbraio 2008

presso la Fondazione Cassa di Risparmio di Bologna

 

Bologna, 20 febbraio 2008 – Nasce “Ritmi”, Rete Italiana di Microfinanza, Associazione senza fini di lucro che opererà a livello nazionale e sarà la voce di tutti gli operatori italiani della microfinanza.

 

Rendere bancabili i non bancabili”: è questo l’obiettivo delle istituzioni di microcredito e microfinanza che operano a livello internazionale. L’esclusione dall’accesso al credito è infatti riconosciuta come uno degli ostacoli principali allo sviluppo umano e alla riduzione della povertà.

 

In Italia, secondo l’ultima stima della Banca Mondiale, il tasso d’esclusione dal credito e da servizi finanziari sostenibili, arriva al 25% della popolazione, una delle quote più elevate dell’Unione Europea.

 

Il settore italiano della microfinanza è caratterizzato dalla presenza di iniziative ancora piccole e poco conosciute, anche se dinamiche ed in costante crescita. Una delle difficoltà è la mancanza di una regolamentazione che ne favorisca lo sviluppo e la diffusione.

 

La Rete Italiana di Microfinanza, collega istituzioni di microcredito, società di consulenza, centri di ricerca, promotori, investitori.
RITMI sarà associata allo European Microfinance Network, la rete europea del settore, ed aperta al dialogo con tutte le istituzioni e organizzazioni impegnate in questo campo.

 

La rete è impegnata:

 

– a livello politico, dialogando con le istituzioni e le banche, attraverso azioni volte ad incidere sulla legislazione in materia e ad aumentare la flessibilità dei prodotti finanziari offerti;

 

– a livello operativo, mettendo in comune le esperienze acquisite, attraverso la creazione di banche dati comuni e la condivisione di servizi e strumenti

 

– a livello culturale, promuovendo una finanza attenta all’individuo e focalizzando l’attenzione sulla funzione produttiva dello strumento microcredito.

 

Hanno aderito:
– Associazione micro.Bo Bologna
– Fondazione don Mario Operti – Torino
– Fondazione Santa Maria del Soccorso Genova
– Mag 2 Milano
– Mag Verona
– Microfinanza srl
– Microprogress
– PerMicro Torino

In via di adesione:
– Fondazione Risorsa Donna
– Mag Roma

Esprimono interesse per l’iniziativa:
– Fondazione San Carlo Milano
– Oltre Venture
– Fondazione Paideia
– Fondazione Giordano dell’Amore
– Banca Etica

Si è concluso il 30 gennaio 2008 il Terzo Forum della Responsabilità Sociale d’Impresa, a cui hanno partecipato banche, imprese, istituzioni, accademici italiani ed internazionali, con l’obiettivo di approfondire i temi della Corporate Social Responsibility (Csr).

In evidenza i risultati della nuova ricerca condotta dall’ABI: “Banche e inclusione finanziaria: indagine sul territorio italiano”.

“La microfinanza – chiarisce Giuseppe Zadra, Direttore Generale dell’ABI – è entrata a pieno nei piani strategici delle banche. Ci sono ampi margini di crescita in questo settore perché la domanda è presente in fasce della collettività da includere finanziariamente e le banche stanno incrementando e diversificando l’offerta”.

L’obiettivo della ricerca è stato fotografare il complesso degli strumenti che facilitino l’inclusione finanziaria di persone a basso reddito o in situazione di disagio sociale. Molti i prodotti e i servizi che possono contare sull’etichetta microfinanza.
Tra i più offerti conti correnti e servizi di pagamento (49%), seguono credito (31%) e risparmio (20).

La microfinanza in Italia è targata nord-ovest, dove è diffuso il 52,3% dei prodotti e servizi e il 38% degli impieghi. Tra gli aspetti più interessanti l’entrata in campo di criteri alternativi di cui si avvale il 36% del campione rispetto alle garanzie pubbliche o private. Insomma le associazioni private, di categoria o di connazionali svolgono un ruolo importante nella valutazione o nella garanzia.

L’innovazione del modello tipico della Csr sta proprio nella partnership attivata che consente di ottimizzare i tempi di accesso al mercato, valorizzando strategie di rete e collegando efficacemente le organizzazioni della società civile e di microcredito al circuito degli operatori finanziari classici. Per il futuro, nei prossimi 5 anni oltre il 90% delle banche del campione ha intenzione di incrementare il credito, i servizi di pagamento e di risparmio.

 

Secondo uno studio realizzato da Deutsche Bank, il bacino potenziale del microcredito è di un milardo di persone, contro i 100 milioni effettivamente oggi raggiunti.
Sempre lo stesso studio prevede che da qui al 2015 il sistema avrà decuplicato le sue dimensioni anche a livello di volumi di prestiti.
C’è anche chi si è quotato in Borsa.
E’ accaduto in Messico con la Banca Compartamos e in Kenya con la Equity Bank.
Contrastanti le reazioni: per Muhammad Yunus in questo modo si corre il rischio di dover alzare i tassi d’interesse per mantenere appeal pressi i mercati finanziari. Di parere opposto un altro personaggio simbolo del microcredito: la brasiliana Maria Otero. Secondo lei prorio il fatto di potersi procurare capitali in modo efficiente e a buon mercato è il mezzo per tenere bassi i tassi d’interesse.