Il nostro progetto “Ricomincio da QUI“, sponsorizzato da Council of Europe Development Bank (CEB), è destinato al reinserimento lavorativo di persone che stanno scontando misure di esecuzione penale esterna.

Vi raccontiamo il progetto attraverso i suoi stakeholder: oggi abbiamo intervistato la dott.ssa Marina Mureddu (assistente sociale dell’Ufficio Locale di Esecuzione Penale Esterna di Alessandria).

Quante persone ha segnato all’interno del progetto ? In base a quali criteri ha selezionato tra tutte le persone che lei segue?

Ho segnalato quattro persone, tutte sottoposte alla misura alternativa dell’affidamento in prova al servizio sociale, in quanto le prescrizioni previste da questa misura permettono maggiori possibilità di movimento e di autonomia. Le persone selezionate avevano molteplici esperienze lavorative, documentate attraverso riepiloghi redatti dall’INPS e curricula vitae forniti dalle persone stesse, inoltre avevano espresso un forte interesse nel realizzare progetti lavorativi autonomi.

Quali sono le difficoltà maggiori che le persone in misure di esecuzione penale esterna si trovano ad affrontare al termine della pena?

In realtà le persone che eseguono una condanna incontrano notevoli difficoltà già durante l’esecuzione delle misure alternative alla detenzione, sia nel reperire attività lavorative stabili sia nel mantenere l’attività lavorativa svolta. Proprio durante la misura, per i limiti che queste comportano nella libertà personale, le persone si trovano a non poter soddisfare le richieste del datore di lavoro, perché si scontrano con i limiti imposti dalle prescrizioni. E’ accaduto che affidati in prova al servizio sociale siano stati licenziati o non sia stato rinnovato loro il contratto di lavoro a tempo determinato a causa dei tempi attualmente richiesti dalla procedura per le necessarie autorizzazioni, non sempre compatibili con le esigenze lavorative.

Quale opportunità offre secondo lei un percorso come “Ricomincio da Qui” a queste persone?

Le persone segnalate hanno mostrato interesse e partecipazione nell’idea progettuale di poter avviare un’attività lavorativa autonoma, potendo contare sulle proprie esperienze e sulle proprie passioni. Nel concreto il potersi affidare e fidare di personale esperto nell’ambito della progettazione di un’attività individuale ha aperto nuove speranze nel loro futuro, dando dignità  alle loro aspirazioni e la possibilità che la loro idea progettuale potesse realizzarsi, sapendo anche che al termine del loro percorso formativo, forse avrebbero potuto accedere ad un finanziamento.

Quali ambiti dell’occupabilità sono, a suo giudizio, particolarmente importanti da valorizzare con i partecipanti?

Le persone segnalate avevano quasi tutte idee progettuali ben definite, sapevano in quale settore lavorativo avrebbero voluto realizzare la propria attività, in base alle pregresse esperienze lavorative: dal settore della ristorazione, all’abbattimento alberi e manutenzione del verde, all’attività sportiva, alla rivendita di prodotti agroalimentari. Tuttavia non avrebbe saputo realizzarlo senza l’accompagnamento di personale esperto nel settore marketing e di un’attenta valutazione dei costi-benefici, di un business plan, aspetti approfonditi proprio durante il percorso progettuale “Ricomincio da Qui”.

A seguito dei colloqui svolti con le persone segnalate, quale tipo di riscontro ha raccolto da loro circa il percorso di accompagnamento e le formazioni fruite?

Il riscontro da parte delle persone segnalate è stato molto positivo, anche per le loro capacità imprenditoriali emerse durante il percorso, con il susseguirsi delle varie fasi del progetto . Tuttavia questo anno 2020 ha comportato una serie difficoltà nel concretizzare l’idea progettuale e alcuni “rallentamenti”, in particolare nella fase finale dell’eventuale realizzazione dell’impresa individuale.

In che modo, a suo giudizio, l’offerta del percorso “Ricomincio da Qui” si potrebbe arricchire in una possibile seconda edizione?

Penso che questo progetto sia stato penalizzato dalla difficile situazione che abbiamo vissuto quest’anno. Certo la possibilità di svolgere il percorso formativo online, da un lato ha velocizzato i tempi e ha permesso di abbattere i costi degli spostamenti, sostenuti dalle persone che avrebbero dovuto raggiungere la sede di Torino, ma la partecipazione a momenti di gruppo sulla realizzazione del progetto avrebbe permesso l’instaurarsi di uno spirito di squadra e la consapevolezza di lavorare insieme verso il cambiamento.